Monia Colinelli (Pangea Food): “Avere successo con un’azienda basata sull’etica vegan è possibile!”
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Monia Colinelli, la vulcanica co-founder di Pangea Food, una delle aziende vegane più innovative e attente alla scelta etica del territorio italiano.
Ciao Monia, grazie per aver accettato questa intervista! Cominciamo subito a parlare di come è nata Pangea Food:
Ciao Marialaura, sono davvero contenta di chiacchierare con voi!
L’embrione di Pangea nasce più di 10 anni fa, quando io, mio fratello e la mia migliore amica abbiamo deciso di aprire il primo ristorante vegan ad Arezzo.
Nella cucina del nostro locale abbiamo cominciato a sperimentare, per creare prodotti che potessero servire alla nostra proposta culinaria…all’epoca c’era davvero pochissimo sul mercato italiano, mancavano soprattutto formaggi vegani soddisfacenti!
Mettendo insieme le nostre competenze e abilità (io sono biologa nutrizionista e mio fratello cuoco) abbiamo dato vita a qualcosa che ci è sembrato così interessante da decidere di chiudere il ristorante e aprire Pangea Food!
All’inizio si trattava solo di un piccolo laboratorio, poi due anni fa abbiamo cominciato ad espanderci, fino ad arrivare all’azienda di oggi.
Raccontaci qual è stato il vostro iter di giovani imprenditori:
All’inizio è stato un incubo! Devo dire la verità, per i primi tempi abbiamo lavorato gratis, ognuno di noi aveva altri lavori che ci permettevano di andare avanti perché non abbiamo ricevuto alcun tipo di sostegno economico da parte dello Stato.
Un altro ostacolo importante è stato quello burocratico, perché in Italia la burocrazia è una massa inestricabile in cui rischi di rimanere invischiato: seguire le trafile burocratiche, non è stato per niente facile e anche la tassazione non ha aiutato, agli inizi.
Abbiamo tirato fuori risorse che non sapevamo nemmeno di avere pur di andare avanti nel nostro progetto e alla fine ce l’abbiamo fatta!
Cosa vi ha aiutato ad emergere nel panorama commerciale italiano?
La nostra forza all’inizio è stata proprio il prodotto, il nostro formaggio vegano: è stato lui il motore trainante del nostro successo a livello commerciale, il biglietto da visita che ci ha fatto conoscere a livello nazionale.
Umanamente, invece, penso che il nostro punto di forza sia l’unione e l’armonia che legano il nostro gruppo e che ci hanno permesso di superare tante difficoltà.
Com’è nato il vostro primo prodotto?
Semplicemente dalla nostra esigenza di avere un formaggio vegano simile al parmigiano, da offrire nel nostro ristorante; quando ci siamo resi conto che all’epoca non esisteva nulla del genere lo abbiamo creato noi!
Abbiamo fatto tante prove, seguendo inizialmente le ricette libanesi della fermentazione; dietro alla nascita di questo prodotto c’è stato anche uno studio della facoltà di Agraria dell’Università di Firenze.
Dopo tanto impegno, abbiamo finalmente ottenuto il risultato che volevamo…e ci è venuto così bene da diventare il nostro prodotto di maggior successo, ancora oggi!
Successivamente abbiamo voluto ampliare la gamma, per offrire una scelta maggiore ai nostri consumatori.
Quali sono, secondo te, i punti di forza della vostra azienda?
Abbiamo fatto una scelta vegan ed etica e abbiamo deciso, coerentemente, di applicare i nostri princìpi anche all’interno della nostra azienda; non ci interessa la differenza di prezzo, siamo molto attenti alle materie prime, alla loro provenienza e all’etica che c’è dietro.
Anche nei rapporti umani abbiamo scelto di privilegiare la fiducia e il benessere dei nostri lavoratori piuttosto che gli sgravi fiscali e gli stipendi ridotti.
Per me è impensabile aprire un’attività basata sull’etica vegan e poi non applicarla ai lavoratori e a tutto quello che c’è intorno: non si scende a compromessi su queste cose!
La nostra scelta vegana magari non avrà un grosso impatto sul pianeta ma ci fa stare in pace con la nostra coscienza.
Cosa pensi del progetto Amorum?
Marco mi ha conquistato con la sua tenacia e la sua determinazione, è stato il primo a credere in noi; si può dire che le nostre aziende abbiano iniziato insieme.
Abbiamo un rapporto meraviglioso e solido, perché crediamo nello stesso modo di lavorare, privo di compromessi, e facciamo le stesse scelte.
Parlaci dei vostri progetti futuri:
Nonostante il Covid che ha frenato un po’ il nostro entusiasmo e l’Europa che cerca di mettere i bastoni tra le ruote ai prodotti alternativi, abbiamo tantissimi progetti: innanzitutto vogliamo ampliare la nostra sede commerciale, poi stiamo sperimentando prodotti nuovi e stiamo lavorando sull’estero; per settembre contiamo di cominciare a vendere negli Stati Uniti.
Infine il mio sogno è quello di aprire una Onlus collegata a Pangea.
Monia, grazie per questa bellissima chiacchierata, che ci ha regalato una ventata di ottimismo: siete uno splendido esempio di imprenditori giovani, che sono riusciti a coronare il loro sogno nonostante le difficoltà e, soprattutto, senza mai venir meno ai propri ideali!
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